5 maggio 2010

L'indipendenza dei quasi tre anni

Eh sì, possiamo già parlare di indipendenza.

E’ da molto che rifletto su questa cosa, su quanto Tia sia diventato indipendente.

Il meraviglioso nido che frequenta lo sta aiutando tantissimo sotto questo punto di vista e ne sono felice… da una parte.

Mi sembrava già tanto indipendente l’anno scorso quando, aspettando davanti all’entrata del nido, lo vedevo attraverso le vetrate fare 1000 e più cose senza l’ausilio di mammà: giocare con altri nanetti come lui, farsi consolare, ascoltare, imparare, fare la nanna, mangiare… tutto senza mammina sua.

Inutile dire che questa indipendenza aumenta di giorno in giorno.

Quest’anno poi ha imparato cose di uso quotidiano come togliersi e mettersi mutandine, pantaloni e calze, andare in bagno da solo, mangiare, bere da solo e vi dirò di più: non vuole essere aiutato, tenta e ritenta finché non riesce, si arrangia a fare praticamente tutto e ricerca proprio il metodo self-made in ogni occasione.

Ed io non faccio altro che incoraggiarlo, orgogliosa da una parte e un po’ malinconica dall’altra.

Sì perché in fondo sono convinta di averlo partorito non più tardi di una settimana fa, non può essere passato tanto tempo!

Non era ieri che cercava il mio buon latte, che aveva bisogno di me come dell’ossigeno?

Insomma, giovedì scorso ha raggiunto l’ennesimo traguardo: è arrivato all’asilo col suo zainetto sulle spalle e manin manina coi suoi amichetti nanetti e con le sue entusiaste educatrici sono andati tutti in piscina.

Ma accipicchia, fino a ieri il mio eroe andava in piscina solo con mamma e papà, il sabato mattina, me lo ricordo bene!

Com’è che adesso se ne va da solo?

Vuoi dire che il prossimo step sarà andarsene da solo a ballare il venerdì sera? (perché ormai di sabato sera trovi tutti i ragazzini. Eh!)




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