Visto l'amore che Tia ha dimostrato nei confronti dell'acqua durante le vacanze estive, vedendolo nuotare coi braccioli, osservandolo andare sott'acqua coi suoi occhialini, ammirandolo tuffarsi allegramente, abbiamo pensato di iscriverlo ad un corso di nuoto.
Un corso di nuoto da grandi, non più con papà in acqua con lui, come quando era piccino picciò.
Al momento dell'iscrizione ero un po' titubante, un po' preoccupata: entrerà in piscina da solo, con persone che non conosce? Sarà un "inserimento tragico" come quello di scuola? E se piangerà lo lascerò comunque in balìa dell'istruttore?
Insomma, avevo molti dubbi, ma d'altro canto, mi piacerebbe che imparasse a nuotare bene, che conoscesse altri bimbi, che facesse un altro passo avanti verso l'indipendenza.
Così, nonostante le mie piccole paure, l'ho iscritto e ho cominciato a spiegargli come si sarebbe svolto il corso, che sarebbe andato con gli altri bimbi e che io sarei rimasta dietro il vetro a guardarlo.
E così è arrivato il primo giorno di corso e, con mio grande stupore, Tia era entusiasta ed eccitato all'idea di andare in piscina. L'ho preparato e lui, tranquillo come se non avesse fatto altro in vita sua, ha seguito l'istruttore a fare un po' di ginnastica prima di entrare in acqua.
Io ogni volta lo osservo serena dalle vetrate delle tribune mentre salta, schizza e ride con gli altri bimbi, magari ascoltando poco l'istruttrice, ma divertendosi tanto!
Ogni tanto butta l'occhio verso di me, sorride e mi saluta.
Quando finisce vado ad accoglierlo col suo accappatoio, lui viene verso di me felice, andiamo al baretto della piscina a fare una merendina tardiva e torniamo a casa, entrambi soddisfatti.
Ed io sorrido e mi do della stupida perché mi rendo conto che il mio ometto mi lascia sempre un passo indietro, a bocca aperta.
Ed eccolo in tenuta professionale.
E con le sue Spidy-ciabattine