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29 settembre 2010

I primi dieci giorni

I primi dieci giorni di scuola materna.

La prima settimana stava lì solo per due ore.

Ieri abbiamo inserito il pranzo al "ristorante dei bambini grandi".

Oggi invece che alle 10 è entrato alle 9 e settimana prossima comincerà a fare la giornata piena.

I primi giorni piangeva disperato aggrappato a me.

Ora mi saluta stando in braccio alla maestra che, sapendo che per lui il distacco è sempre un po' critico, lo accoglie tra le sue braccia con dolcezza.

Dal primo giorno però, quando vado a prenderlo, trovo un bimbo sereno, soddisfatto, che mi racconta la sua giornata.

Ero un po' spaventata da questo gradino che dal nido ci ha portati alla materna.

Mi sono affacciata a questo cambiamento con un certo timore che si fa sentire meno ogni giorno.

Al contrario cresce in me la consapevolezza che il mio piccolo matura sempre più la capacità di adattarsi a nuovi ambienti, nuove abitudini, nuove persone, senza il supporto di mammà.

Parla, si confronta, ride, discute, gioca, crea col mondo che lo circonda ed io cerco di osservarlo stando sempre un passo indietro, sapendo che col tempo questi passi aumenteranno sempre più

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14 settembre 2010

Ma dove vai bellezza in bicicletta...

Altra data storica: 10 settembre 2010

Giorno in cui il nostro ometto ha definitivamente imparato a pedalare... meglio tardi che mai, no?

Io speravo proprio che imparasse a pedalare prima di prendere la patente ed alla fine ce l'ha fatta.

In questi giorni in bilico tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno sfruttiamo ancora molto il nostro giardino tra partite di calcio, giri infiniti su Saetta


corse a rincorrere bolle di sapone e, adesso, anche pedalando allegramente su una biciclettina di seconda mano e poco alla moda, corredata di rotelle che temo siano quelle che usai io ai miei tempi d'oro, veri e propri pezzi da museo.

E' da prima delle vacanze che Tia tentenna su quei pedali: vado o non vado? Avanti o indietro? Naaaaa! Ha sempre preferito portarsi in giro la bici a mano, piuttosto che pedalare.

Da quando siamo tornati dalle vacanze però ha cominciato a pedalicchiare, ma sempre moooolto poco convinto.
Ebbene il 10 settembre 2010 il signorino, senza avvisare, senza troppi preamboli, come se non avesse fatto altro negli ultimi tre anni, si è fatto il giro della casa sulla sua "bella" biciclettina, ovviamente tra gli applausi degli astanti.

La fine del primo giro gli ha anche procurato fastidiosi baci e abbracci da parte di una mammetta felice ed emozionata.

Bravo piccino mio, le tue conquiste non smetteranno mai di creare in me un miscuglio agrodolce di emozioni




5 settembre 2010

Totally free

Sabato 4 settembre 2010 Tia si è liberato definitivamente e totalmente dei pannolini.

Esattamante 13 mesi dopo lo spannolinamento diurno è giunta l'ora di quello notturno.

Era ormai da un paio di mesi che la mattina mi faceva trovare il pannolino bello asciutto, ma IO non ero ancora pronta...


Non so perché temevo un po' questo passaggio, un timore solo mio, come al solito. Sabato mattina invece siamo andati a prendere le nostre belle traverse impermeabili e via!

Altro passo da gigante, altra tappa raggiunta.


Ed io, come sempre, osservo, gioisco, fiera di come il mio piccino stia crescendo ed al tempo stesso un po' malinconica vedendolo correre verso l'"essere grande" di cui parla tanto, traguardo che lui non vede l'ora di raggiungere, anzi, a cui si sente già arrivato.

Mamma mia piccino come sei veloce, non mi dai quasi il tempo di fermare nella mia mente i fotogrammi delle tue grandi imprese.

Bravo piccolo!




2 agosto 2010

Via dal nido

Il titolo di questo post è anche il titolo di un libro di Richard Bach, autore che io ho amato molto durante quegli anni in cui leggevo un libro dietro l'altro, senza riuscire a smettere.

L'autore racconta della necessità di lasciare il nido per poter iniziare la propria vita.
Un distacco necessario per raggiungere la maturità, diventare grande.

Così, anche Tia venerdì ha abbandonato il nido in cui ha vissuto le sue giornate per due anni.


Lascia un vero e proprio nido, in cui è entrato che aveva da poco imparato a camminare ed a pronunciare le prime paroline e da cui è uscito "da grande".


Proprio tra quei giochi e quelle attività è diventato indipendente: ha imparato ad esprimere le sue necessità, i suoi stati d'animo, i suoi momenti di gioia, di tristezza, di rabbia (troppo spesso!!??), ha imparato a svestirsi e vestirsi da solo, a mangiare e bere da solo, a fare il cameriere, a giocare in compagnia (anche se questa fase non gli è ancora molto chiara), a passare ore ed ore senza mamma e a spostare su altri i suoi riferimenti.


Ha imparato a sperimentare coi colori, la tempera, la colla, la creta, le forbici, la farina gialla, la pasta di sale, il cacao, l'acqua, gli attrezzi del meccanico, del falegname, del dottore, del vigile del fuoco.

Ha fatto il cuoco e ha portato a casa le sue specialità culinarie.

Io con lui ho imparato a non sottovalutare mai le sue capacità.


Spesso e volentieri, soprattutto il primo anno, mi sorprendevo nell'ascoltare i racconti delle educatrici che mi spiegavano le attività quotidiane.


Accidenti, pensavo, Tia sa fare questo?? E' già così grande??


Ringrazio quindi la mitica Fede, santa donna, la dolcissima Bea, la nostra vicina di casa Linda e la coccolosissima Silvia.


Ognuna di loro ha dato tantissimo al mio piccolo grande ed impegnativo Tia ed ancora di più hanno dato a me, mamma inesperta che non finirà mai di imparare.


Al momento dei saluti non credo di essere riuscita ad esprimere quello che avrei voluto, ma avevo i lucciconi agli occhi e non volevo che l'addio diventasse per me troppo triste.


A settembre si parte con una nuova avventura.


So già che alla scuola materna non troveremo il calore e le piccole grandi attenzioni con cui il nostro nido ha ricoperto i piccoli ed i loro genitori, ma cercheremo comunque di viverlo al massimo.

Io sono un po' spaventata da questo giro di pagina e davvero devo fare di tutto per non far pesare questo timore ad un Attila che, sentendo parlare della scuola materna, non vede l'ora di andarci.

Quando mi chiede quando ci andrà, io cerco di coprire quel po' di malinconia nei miei occhi e trasformarla in felicità e gli rispondo che dopo il mare comincerà la mitica scuola materna. Che bello!!!


Grazie infinite, nido Marcovaldo,
ci avete regalato un piccolo bagaglio di esperienze che saremo felici di portare sempre con noi.


18 giugno 2010

Tu non vieni!

Da quando è nato Tia, praticamente ogni giorno la sua zia Ede, che adesso viene chiamata proprio Fede (ormai la proprietà di linguaggio è diventata quasi perfetta!! Aaaah quante risate in meno ci facciamo!) passa ogni sera, prima di tornare a casa dal lavoro.

Ieri sera, durante la sua visitina quotidiana, ha invitato Tia ad andare a cena da lei da solo, senza mamma e papà!

Beh, figuriamoci! E' da qualche settimana che il mio bimbello piange anche quando la nonna lo accompagna al nido perché dice che vuole papà!

No dico, figuriamoci se adesso accetta l'invito della zietta, in completa autonomia!

Ma... Non solo la sua risposta è stata positiva, ha anche voluto sottolineare, indicandomi con l'indice:
- Tu non veni! (ecco un rimasuglio di mancata proprietà di linguaggio!!)

E' corso a prendersi le scarpe e se l'è fatte mettere alla velocità della luce, si è fatto infilare il giubbino in men che non si dica e si è sobbarcato il peso del suo zainetto completo di cambio ed una mela (la zia mi ha fatto notare che in casa non aveva frutta, quindi abbiamo provveduto subito).

Mi ha salutato allegramente, chiudendo la porta dietro di sè e lasciandomi lì, con la mano ancora alzata in segno di saluto e lasciando a metà la mia raccomandazione:
- Divertiti!

Sono stata un po' lì a guardare la porta chiusa, contenta sì ma al tempo stesso un po' rattristata da questo ulteriore indizio di indipendenza (come faceva la canzone? Confusa e felice!).

Beh ma tanto tra un po' mi chiama per dirmi che lo riporta a casa perché cerca mammina sua!

Squilla il telefono di casa, rispondo e dall'altra parte:
- Mamma, siamo arrivati!
- Oh! Tutto bene amore?
- Sì sì!
- Allora ci vediamo dopo. Fai il bravo nè!
- Sì! Ciao!

Dopo un tot ancora il telefono e penso:
- Ah! Questo è lui che vuole tornare a casa!

Macché, è la zia:
- Le può mangiare le fragole?
- Sì sì
- Ottimo, allora gliele do! Ha mangiato tutto e siamo alla frutta, intanto stiamo guardando Up.
- Tutto tranquillo?
- Sì sì è un angioletto!

Beh, il nostro tiratardi se n'è tornato a casa alle 22.00!
Sarà meglio che la prossima volta imponga almeno il coprifuoco!
Questa casa non è un albergo!

5 maggio 2010

L'indipendenza dei quasi tre anni

Eh sì, possiamo già parlare di indipendenza.

E’ da molto che rifletto su questa cosa, su quanto Tia sia diventato indipendente.

Il meraviglioso nido che frequenta lo sta aiutando tantissimo sotto questo punto di vista e ne sono felice… da una parte.

Mi sembrava già tanto indipendente l’anno scorso quando, aspettando davanti all’entrata del nido, lo vedevo attraverso le vetrate fare 1000 e più cose senza l’ausilio di mammà: giocare con altri nanetti come lui, farsi consolare, ascoltare, imparare, fare la nanna, mangiare… tutto senza mammina sua.

Inutile dire che questa indipendenza aumenta di giorno in giorno.

Quest’anno poi ha imparato cose di uso quotidiano come togliersi e mettersi mutandine, pantaloni e calze, andare in bagno da solo, mangiare, bere da solo e vi dirò di più: non vuole essere aiutato, tenta e ritenta finché non riesce, si arrangia a fare praticamente tutto e ricerca proprio il metodo self-made in ogni occasione.

Ed io non faccio altro che incoraggiarlo, orgogliosa da una parte e un po’ malinconica dall’altra.

Sì perché in fondo sono convinta di averlo partorito non più tardi di una settimana fa, non può essere passato tanto tempo!

Non era ieri che cercava il mio buon latte, che aveva bisogno di me come dell’ossigeno?

Insomma, giovedì scorso ha raggiunto l’ennesimo traguardo: è arrivato all’asilo col suo zainetto sulle spalle e manin manina coi suoi amichetti nanetti e con le sue entusiaste educatrici sono andati tutti in piscina.

Ma accipicchia, fino a ieri il mio eroe andava in piscina solo con mamma e papà, il sabato mattina, me lo ricordo bene!

Com’è che adesso se ne va da solo?

Vuoi dire che il prossimo step sarà andarsene da solo a ballare il venerdì sera? (perché ormai di sabato sera trovi tutti i ragazzini. Eh!)




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